Agri.Bi al lavoro per la sicurezza. Oltre 500 visite sanitarie in poche settimane per i braccianti agricoli

mar 11 giugno 2019

Visite a tappeto ai lavoratori stagionali che sono occupati nelle campagne del Basso veronese. Agribi - ente bilaterale veronese per l'agricoltura di cui fanno parte sia le principali associazioni di categoria del primario, Confagricoltura, Coldiretti e Cia, che i sindacati dei lavoratori Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil - ha infatti effettuato in queste prime settimane della raccolta oltre 500 controlli sanitari. Un dato significativo, soprattutto se si considera che, a causa dell'anomalo andamento climatico, a maggio, si è lavorato nei campi ben poco.

Non è la prima volta che Agribi propone questa iniziativa, ma è il primo anno che viene attuata in forma massiccia nella Bassa. «Quest'anno abbiamo deciso di partire a spron battuto, facendo una campagna intensiva nella zona della pianura, perché in passato, proprio lì, c'era stata poca risposta», spiegano Sabrina Baietta, Luca Zanetti e Filippo Grandi, che si occupano di sicurezza all'interno di Agribi. «In particolare», aggiungono, «abbiamo puntato sulle raccolte delle fragole, dei piccoli frutti e degli asparagi, dove sono impiegati molti lavoratori stranieri, anche al primo arrivo in Italia, che necessitano di istruzioni e formazione per affrontare i rischi sul lavoro».

Questa iniziativa punta alla prevenzione degli infortuni, con la verifica che le condizioni di salute degli operai agricoli siano idonee a svolgere il lavoro in campagna. Un settore in cui è ancora alto il numero di incidenti. Stando ad una ricerca della Cgia di Mestre e di Confagricoltura, negli ultimi cinque anni gli infortuni sul lavoro denunciati nel primario in provincia di Verona sono diminuiti (925 nel 2017, quasi il 22 per cento in meno rispetto ai 1.184 del 2013), ma resta alto il numero degli eventi con esito mortale, dovuti soprattutto al ribaltamento del trattore. Le vittime, sempre dal 2013 al 2017, sono state ben 24.

I pericoli, quindi, non mancano. Verificare le condizioni di salute di coloro che vi sono esposti costituisce sicuramente il primo passo per cercare che il lavoro in agricoltura non sfoci nel dramma. La campagna di sorveglianza sanitaria di Agribi prevede visite gratuite per gli addetti a mansioni generiche e semplici, impiegati in azienda per un numero di giornate non superiore a 50 nell'arco dell'anno. Gli accertamenti consistono in un'anamnesi approfondita del lavoratore, accompagnata da test come la spirometria ed il controllo della pressione, per verificare se esistano patologie particolari che possano dare problematiche in campo, come malori, colpi di sole e reazioni allergiche. Al termine della visita, viene rilasciata un'idoneità al lavoro nei campi valida due anni. Inoltre, ai lavoratori è consegnato un libretto valido per assolvere l'obbligo normativo di informazione e formazione sulla prevenzione. Si tratta di un manuale che insegna a utilizzare i dispositivi di protezione, a proteggersi dal caldo estivo, a trasportare correttamente i carichi e ad utilizzare forbici e utensili con le adeguate precauzioni, che è tradotto in 11 lingue, per renderlo comprensibile anche ai tanti stranieri interessati.

«Va detto che ci sono anche aziende agricole che stanno comprendendo l'importanza della prevenzione, chiedendoci di visitare i loro dipendenti stagionali», aggiungono Baietta, Zanetti e Grandi. Nel 2018, sono stati oltre 1.200 i lavoratori che hanno preso parte alla campagna di visite mediche, in gran parte per la vendemmia in Valpolicella e nella zona del Soave, oltre che per la raccolta delle mele tra Zevio, Belfiore, Ronco e Illasi. Quest'anno, in pochi giorni, quelli esaminati nella Bassa sono stati quasi la metà. Un segno che i controlpossono davvero funzionare, con la speranza che gli infortuni continuino a calare.

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